Sr Olga Raschietti, saveriana

“Un giorno, durante l’adorazione, pregai: “Gesù, che la tua volontà sia fatta; però tu sai che desidero ancora partire”. Mi vennero limpidissime in mente queste parole: “Olga, credi di essere tu a salvare l’Africa? L’Africa è mia. Nonostante tutto, sono però contento che parti: va’ e dona la tua vita!” Da allora, non ho più dubitato”
sr Olga Raschietti

Montecchio Maggiore 22 agosto 1931
Burundi 7 settembre 2015

Olga Raschietti aveva da poco compiuto 83 anni. Era nata a Montecchio Maggiore (Vicenza) il 22 agosto 1931. A venticinque anni era entrata fra le Missionarie di Maria. Dopo alcuni servizi resi in Italia, il 29 settembre 1968 partita per l’allora Zaire (attualmente Repubblica Democratica del Congo).

Nella Diocesi di Uvira, nel Sud-Kivu, Olga aveva svolto con passione e dedizione attività di pastorale e catechesi in varie parrocchie (Kiliba, Uvira, Bukavu, Luvungi). Con fede e coraggio aveva vissuto le vicende delle guerre che hanno insanguinato i Paesi dei grandi Laghi africani.

Dal 1975 al 1977, come delegata, è stata responsabile di tutte le sorelle in Congo.

Ha alternato periodi di attività a periodi di cure e di servizio in Italia, nella Casa madre di Parma.

Nel 2010 era stata destinata al Burundi, a Kamenge, in un quartiere popolare della periferia di Bujumbura, nella parrocchia S. Guido Maria Conforti tenuta dai Missionari saveriani. Le forze diminuite non hanno spento il suo zelo e vivere nel contatto quotidiano con la gente, condividere con loro la buona notizia del Vangelo era la sua gioia.

Olga ha amato l’africa intensamente e ha desiderato ardentemente ripartire nonostante i suoi problemi di salute e la sua ormai non più giovane età.

Raccontava nel luglio 2013 : «Sono ormai sulla soglia degli ottant’anni. Nel mio ultimo rientro in Italia, le superiore erano incerte se lasciarmi ripartire. Un giorno, durante l’adorazione, pregai: “Gesù, che la tua volontà sia fatta; però tu sai che desidero ancora partire”. Mi vennero limpidissime in mente queste parole: “Olga, credi di essere tu a salvare l’Africa? L’Africa è mia. Nonostante tutto, sono però contento che parti: va’ e dona la vita!”. Da allora, non ho più dubitato.»


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