UNA LUCE NELLE TENEBRE
Da oltre 100 anni, dal 18 al 25 gennaio si celebra la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. nella preghiera comune anche noi apriamo i nostri tesori, ci scambiamo doni e diventiamo segno dell’unità che dio desidera per tutta la sua creazione.
La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio. Data proposta nel 1908 da padre Paul Wattson che assume un significato simbolico perché compresa tra la festa della cattedra di San Pietro e quella della conversione di San Paolo. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le Chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste (come suggerito dal movimento Fede e Costituzione nel 1926), periodo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa.
Con radici che risalgono a oltre 100 anni fa la otto giorni di preghiere è stata commissionata e preparata congiuntamente dal 1966 (dopo il Concilio Vaticano II) dalla Chiesa Cattolica e dal CEC (Consiglio Ecumenico delle Chiese). Anche quest’anno un gruppo internazionale, rappresentato dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei cristiani della Chiesa cattolica e dalla Commissione Fede e Costituzione del CEC, ha preparato i materiali ora disponibili con diverse traduzioni (sito ufficiale: www.oikoumene.org; in italiano: ecumenismo.chiesacattolica.it). Il tutto è arricchito anche da sermoni ecumenici di preghiera, riflessioni bibliche e preghiere per la Settimana. Le riflessioni liturgiche girano intorno a un concetto chiave, quello che i cristiani sono chiamati ad essere un segno del mondo di Dio nell’unità: “Accomunati da culture, etnie e lingue diverse i cristiani condividono una comune ricerca di Cristo e un comune desiderio di adorarlo”, si legge sul sito del CEC. Il tema di quest’anno è stato scelto dal Consiglio delle Chiese del Medio Oriente: “In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo” (Matteo 2, 2).
La stella è un’immagine della vocazione cristiana. Era il segno che ha guidato i Magi da luoghi lontani e da diverse culture verso Gesù Bambino, e rappresenta un’immagine di come i cristiani si uniscono in comunione tra loro mentre si avvicinano a Cristo. I cristiani stessi devono essere un simbolo come la stella, che conduce tutti i popoli verso Cristo. Devono essere il mezzo attraverso il quale Dio guida tutti i popoli all’unità. Quando i cristiani si trovano alla presenza del Signore e pregano insieme, sono come i Magi che si sono inginocchiati, gli hanno reso omaggio e hanno aperto i loro tesori.
Nella preghiera comune anche noi apriamo i nostri tesori, ci scambiamo doni e diventiamo segno dell’unità che Dio desidera per tutta la sua creazione. Più che mai in questi tempi difficili abbiamo bisogno di una luce che risplenda nelle tenebre, luce che per i cristiani si è manifestata in Gesù Cristo.
(articolo tratto da Comunione e missione CMD di Trento)
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