Mediterraneo, frontiera di Pace

L’evento barese “Mediterraneo, frontiera di pace” era stato programmato già per lo scorso mese di novembre. Si è atteso, stabilendo di rinviarlo all’inizio di questo 2020. Sappiamo che, ponderando bene ogni cosa, può nascere un dibattito previo, anche una ricezione più feconda.

Principi ispiratori, obiettivi intermedi e finali si delineano assai meglio nella mente e nello spirito degli organizzatori. Lo sponsor del grande incontro è il presidente della CEI, il card. Gualtiero Bassetti. I vescovi italiani a novembre non hanno avuto nemmeno la loro tradizionale assembla, essendo tutti invitati a partecipare al momento finale dell’assise di Bari.

 Ecumenismo del dialogo ufficiale ecclesiale

Bari, esattamente l’Oasi S. Maria di Cassano nelle Murge, era stata già prescelta per alcune tappe importanti del cammino della Commissione teologica mista cattolico-ortodossa, negli anni 1986 e 1987. Il 2003 fu la volta dei delegati del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC). Un altro incontro ufficiale nel 2004 per approfondire le relazioni con i “Discepoli di Cristo”.

Il 7 luglio 2018, molto più recentemente, si è avuta la grande preghiera per la pace in Medio Oriente, alla presenza di tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane ivi operanti, riuniti presso la basilica di San Nicola con papa Francesco. La riflessione proposta era tratta dal salmo 122, il “cantico di Sion”. L’ebreo osservante e pio, giunto in cima alla collina più alta, pronuncia la solenne benedizione: «Su di te sia pace, Gerusalemme!».

A così breve distanza di tempo non si credeva possibile che il papa tornasse pellegrino nella città di san Nicola. Una sua duplice visita finora è accaduta nella città di Napoli, il 21 marzo 2015 e il 21 giugno 2019.

 Naufragio con spettatore

Gli ambiti che tanti pastori della Chiesa cattolica incroceranno sono svariati. Si terranno dei focus iniziali su argomenti riguardanti le principali sfide nel Mediterraneo, rapporto società-culture, teologie e religioni in contesto, emergenza migranti. Pensare l’uomo fra le sponde dell’antico mare, che i Romani chiamavano nostrum. Ancor prima gli ebrei lo definivano il «grande Mare», come recita una delle loro Berakhòt. Isidoro di Siviglia usò per primo il nome proprio di Mediterraneo. In tanti hanno fatto la prova a definirlo e comprenderlo meglio, per poterlo consegnare ai loro contemporanei e, naturalmente, ai posteri.

Fernand Braudel lo considerava «il continente liquido», per sottolineare il divario concettuale esistente fra terra e mare, magari il sesto continente della serie, per l’alto valore del pensiero classico che in esso era germogliato. Oggi, nel terzo millennio, già papa Francesco lo ha fotografato come un cimitero che purtroppo continua a riempirsi di vite spezzate, un mare che soffre la bonaccia dell’indifferenza globalizzata. Tornano in mente le metafore di Hans Blumenberg, soprattutto il suo Naufragio con spettatore.

 Le città degli ultimi tempi

Una volta si pensava che Firenze svolgesse un ruolo particolarmente carismatico nella storia d’Italia e di tutto l’Occidente. Oggi percorrere le strade del suo centro storico fa una gran pena, poiché sono divenute regno della più banale mercanzia, dominio incontrastato dei commercianti in cerca di intercettare i bisogni spiccioli dei turisti, a fiumane in ogni periodo dell’anno.

Il prof. Giorgio La Pira, il sindaco santo, aveva teorizzato e applicato ai Colloqui Mediterranei la grande risorsa delle città come un territorio aperto, libero da qualunque condizionamento.

Le nazioni, invece, sono permanentemente chiamate a difendere i loro confini. Perciò nel diritto internazionale si afferma lo jus belli per tale difesa. Anche di Bari, da sempre ponte di unione fra Oriente e Occidente, si può raccontare che ha svolto e svolge un ruolo determinante nella geografia del Mediterraneo. A Firenze spuntarono i fiori del concilio unionista in S. Maria Novella (1439), di fra Girolamo Savonarola, del ven. Giorgio La Pira. A Bari ne verranno altri.

Vorremmo ovunque – non solo nel mar Mediterraneo – la trasformazione delle città, centri parlanti di un’escatologia anticipata. Vorremmo constatare, se possibile, un rinascimento popolare. Vedere di nuovo fiori sulla tomba di La Pira, di fianco a quella di Angelo Poliziano, nella basilica di San Marco, a Firenze.

 Un po’ di poesia, come sempre, aiuteràVittorio Bodini (1914-1970), famoso ispanista nato a Bari, ma di famiglia e formazione leccese, quasi profetizzando i tempi che sarebbero venuti, in merito a questioni amorose scriveva (Tutte le poesie, Nardò LE 2010, p. 99):

 Amore, cosa chiamo con questo nome 

 io non sono più certo di sapere. 

Se ricerco nel fondo ove s’immerse 

il tuo quieto naufragio, 

fra i denti degli squali, di quelle sabbie gelosi, 

presto riemerge il mio pensiero nudo 

al visibile giorno, 

con le braccia ferite e qualche filo

d’alga sul corpo, o i ciechi segni d’una medusa (…).

La fondata speranza è che, grazie alla riflessione dei vescovi del Mediterraneo, nel cuore di questo inverno, i battezzati di tanti Paesi diversi non restino più prigionieri dell’inconsapevolezza o dell’ignoranza. Non c’è davvero bisogno di pensieri nudi e crudi. Si sente piuttosto bisogno di percorsi sinodali. Nella ricerca sincera della pace e dell’unità del genere umano la ragione deve cominciare-continuare ad essere sostegno per la fede.

(tratto a Settimananews, 30 gennaio 2020 – articolo di Pier Giorgio Taneburgo)

 

 

Programma dell’incontro di Bari:

“Mediterraneo, frontiera di pace”, l’incontro dei vescovi cattolici di 20 Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum in programma a Bari dal 19 al 23 febbraio, si aprirà nel Castello Svevo con l’intervento del cardinale presidente della CEI Gualtiero Bassetti, a cui seguirà la presentazione dell’evento da parte del vescovo Antonio Raspanti, presidente del Comitato scientifico-organizzatore. A renderlo noto è l’Ufficio CEI per le comunicazioni sociali, diffondendo il programma definitivo dell’incontro di riflessione e spiritualità promosso dalla Chiesa italiana.

L’inizio, mercoledì 19, è fissato per le 16; la conclusione alle 18.15, con un momento di preghiera. Giovedì 20 febbraio, dopo la celebrazione eucaristica nella cripta della basilica di San Nicola, si prosegue al Castello Svevo con la presentazione del primo tema che darà il via al lavoro dei Tavoli di conversazione. La discussione in assemblea nel pomeriggio e i vespri chiuderanno la giornata. Il secondo tema sarà presentato e approfondito venerdì 21, con le stesse modalità; alle 19, in programma l’incontro con la comunità locale in 25 realtà dell’arcidiocesi. Giovedì e venerdì sono previsti due briefing con la stampa. La giornata di sabato 22 febbraio inizierà, alle 8, con la celebrazione eucaristica nella cattedrale di Bari e proseguirà al Castello Svevo con l’assemblea dei vescovi. Alle 12 è prevista una conferenza stampa mentre alle 15.30 si svolgerà al Teatro Petruzzelli un incontro culturale. Alle 19, infine, ci si ritroverà in cattedrale per un momento di preghiera.

La giornata conclusiva, domenica 23, sarà quella dell’arrivo di papa Francesco. Il pontefice, informano dalla Sala stampa vaticana, partirà in elicottero dall’eliporto del Vaticano alle 7 per atterrare alle 8.15 a piazzale Cristoforo Colombo, a Bari, dove sarà accolto dall’arcivescovo di Bari-Bitonto Francesco Cacucci, da Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, da Antonella Bellomo, prefetto di Bari, e dal sindaco Antonio Decaro. Alle 8.30, nella basilica di San Nicola, incontrerà i vescovi del Mediterraneo e pronuncerà il suo discorso. L’incontro sarà aperto dall’introduzione del cardinale Bassetti e vedrà gli interventi del cardinale Vinko Puljić, arcivescovo di Vrhbosna e presidente della Conferenza episcopale di Bosnia ed Erzegovina, dell’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico “sede vacante” del Patriarcato Latino di Gerusalemme, e il ringraziamento dell’arcivescovo di Alger (Algeria) Paul Desfarges, presidente della Conferenza episcopale regionale del Nord Africa. Al termine, papa Francesco scenderà nella cripta per venerare le reliquie di san Nicola e saluterà la comunità dei padri Domenicani. Uscendo dalla basilica, sul sagrato, rivolgerà un saluto ai fedeli presenti. Alle 10.45 presiederà la concelebrazione eucaristica in corso Vittorio Emanuele II e reciterà la preghiera dell’Angelus. Alle 12.30 ripartirà in elicottero alla volta del Vaticano, dove atterrerà alle 13.45 (Redazione Online di Romasette.it, 21 gennaio 2020).

 

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