Linguaggio del cuore

Il viaggio che ci conduce da Umphang a km 48 permette a P. Alessio di spiegarci alcune cose riguardo i bambini da lui accolti, il contesto da cui provengono ed il significato alla base della Xavier house. Alessio parla di come sia importante per lui che i bambini e le loro famiglie si rendano conto della grande opportunità che gli viene data, dalla scuola all’istruzione aggiuntiva che viene garantita a casa. Quello che i bambini hanno qui è molto di più di quello che hanno i loro coetanei che si trovano a dover lavorare e non avere un’istruzione adeguata o non averla del tutto.
Parla inoltre di come a volte non sia semplice educare i bambini nel modo in cui li abbiamo visti: responsabili, riconoscenti, sempre pronti ad imparare, capaci di pensare e crearsi opinioni proprie.

Arrivati a km 48 osserviamo come i ragazzi che trascorrono il pomeriggio qui siano diversi dal punto di vista educativo rispetto a quelli incontrati ad Umphang che vengono seguiti durante tutto l’arco della giornata. Dopo un momento di conoscenza reciproca e di preghiera, a cui i bimbi (sia cristiani che non) partecipano volentieri, ceniamo e trascorriamo la risata giocando tra di noi.

Mi rendo conto di quanto questa esperienza sia in grado di unire le persone, in primis noi volontari. In particolare, ad unirci sono i volti di coloro che incontriamo, le loro storie, i nostri percorsi personali che si arricchiscono. Non parliamo la stessa lingua, ma lo stesso linguaggio del cuore.

 

Laura Piana

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