Guatemala – Il rientro da questa esperienza di tre settimane è stato complicato. Il lungo viaggio mi ha acciaccato fisicamente, con mal di gola e tosse. Il mio animo, invece, è più forte che mai. Sono tornato con più grinta, con la voglia di ripartire, di lasciare un segno più evidente suol mio territorio e sulle altre persone intorno a me. La definizione di nuovi obbiettivi e di priorità diverse è un cammino che richiede tempo, discernimento e abnegazione ma la mia voglia di cercare nuove sfide, di togliere definitivamente le scorie del passato e tagliare quelle relazioni diventate ormai dei rami secchi nella mia vita, incompatibili con il nuovo percorso intrapreso, può sopperire ad ogni ostacolo.
Vorrei riassumere quello imparato in questi 21 giorni mentalmente impegnativi con una metafora, un mantra che spero mi accompagni per il resto della mia vita. Per raggiungere la pace interiore, estranea agli stimoli esterni, alle comparazioni con altri, è necessario definire il mio territorio di competenza, i luoghi dove posso incidere realmente per dare un contributo di cui possano beneficiare anche le persone intorno a me. Questi luoghi possono essere l’ambiente di lavoro, la propria famiglia, i parenti oppure la comunità di appartenenza. Ognuno di noi possiede un patrimonio di relazioni e contatti che difficilmente potrebbe riuscire a ricostruire in un contesto diverso in breve tempo e con il medesimo attaccamento e amore. È quindi necessario impegnarsi al massimo nel proprio piccolo.
Ho intenzione di muovermi, avere un impatto positivo sul mio territorio, di continuare a insistere e dare di più per qualcosa in cui credo, che rispecchi la mia personalità e abbia un impatto concreto sugli altri vicino a me. Quindi, girare come una trottola nel mio raggio di competenza, estraniandomi da ciò che non posso controllare (ad esempio: una vittoria o sconfitta della propria squadra del cuore, un amore non ricambiato). In sostanza, voglio quindi vivere come ogni giorno come le maestre del CECPO, attente ai bisogni di chi mi è prossimo, seminare bontà con la speranza di raccogliere in futuro.
In conclusione, mi auguro personalmente di trovare un lavoro che rispecchi i miei ideali di uguaglianza, di lotta verso un mondo più inclusivo e meno consumistico, oppure, in alternativa, un impiego che mi permetta di continuare a fare esperienze di volontariato, concedendomi ogni estate almeno 4 settimane di ferie per vivere, per continuare a mettermi in discussione con altre mille domande per ogni risposta trovata, per scoprire altro di me stesso e diventare una persona migliore.
Alex Maroso
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