La sfida di una nuova comunicazione

Un anno intenso di cammino con i ragazzi di Missio Giovani Vicenza. Un anno di cammino per i giovani che desiderano vivere un’esperienza diretta in terra di missione. Un percorso di formazione rinnovato grazie all’apporto e all’esperienza dei tanti religiosi e una collaborazione che continua ancora una volta grazie alla generosità dei padri che, ogni anno, ospitano in giro per il mondo i ragazzi vicentini. E per l’occasione incontriamo dal Brasile don Lorenzo Dall’Olmo, per tanti anni anima della Pastorale giovanile e assistente del Settore giovani di Ac e che da tre anni anima un’altra parrocchia missionaria, come fidei donum, a Boa Vista nella diocesi (e nello stato) di Roraima in Brasile.

Proprio ad agosto don Lorenzo ospiterà alcuni dei ragazzi che quest’anno hanno frequentato il cammino di Missio Giovani Vicenza. Qual è il valore aggiunto di un’esperienza simile anche per sole tre settimane? «Assaporare anche solo per qualche settimana la missione è l’opportunità di incontrare ciò che è differente e nuovo», ci racconta don Lorenzo. «Diventa l’occasione buona per lasciarsi scomodare, per sentire lo spaesamento e lo smarrimento di fronte alla dura realtà di un altro mondo».

Ma conosciamo meglio la terra missionaria di “Santa Rosa di Lima”. Un’area che si trova nella parte occidentale di Boa Vista, capitale dello stato di Roraima, ultima città brasiliana ai confini con il Venezuela. I 10 quartieri raggiungono una popolazione poco superiore ai 50 mila abitanti. Una zona di periferia e che concentra un gran numero di persone a rischio di vulnerabilità. Un progetto sociale “Il pozzo della samaritana” che sta crescendo sempre di più grazie al lavoro di tutti i fidei donum. Ecco il messaggio intero che don Lorenzo dall’Olmo vuole lasciare sulle sfide che maggiormente lo hanno colpito in terra di Missione. «Anche la periferia della città brasiliana di Boa Vista non concede sconti a questo forte impatto con la vita di tante famiglie che faticano a guadagnarsi da vivere e lottano per uscire dagli orizzonti grigi della precarietà e della vulnerabilità», continua don Lorenzo. «E qui forse scatta la prima sorpresa, ovvero quella di provare a sentire risuonare il Vangelo con parole nuove e toni inediti, ricomprendendo la Buona notizia già presente nella fede semplice e tenace della gente. Una Fede offerta nel dono generoso di tanti missionari e missionarie che tentano di incarnare l’annuncio in questo bellissimo scambio che avviene tra chiese sorelle». I racconti di don Lorenzo sanno di vita quotidiana vera, fatta di relazione, incontri, di una sfida nuova che passa dalle azioni concrete di ogni giorno. Realtà che si misurano in una terra così distante dalla nostra ma che sa anche creare qualcosa di nuovo in tutti noi.

«Entrando in contatto con altri popoli e altre culture riceviamo secondo me la immediata sfida della comunicazione, affrontiamo la fatica di capirci in una lingua diversa», continua. «Cambia le nostre prospettive. Sono un po’ come quelle esperienze che facciamo da bambini, quando scuotiamo una sfera di cristallo che per magia mostra la neve scendere. Ecco,  l’esperienza di un viaggio dall’altra parte dell’oceano crea questo intento, fa nascere questa magia. Sta a noi poi decidere cosa fare di questo incanto: se questa magia la vogliamo riscoprire in tutta la sua bellezza, nella diversità che produce questo movimento. Possiamo scegliere se vogliamo magari entrarci dentro a questa magia, rovesciando i nostri schemi come quella neve che colora il nuovo paesaggio».

Il progetto sociale 

Il Progetto Sociale “Il pozzo della samaritana” è un progetto senza scopo di lucro, sviluppato dall’Area Missionaria Santa Rosa de Lima in collaborazione con Caritas Diocesana di Roraima. Il suo target di riferimento sono le persone in uno stato di vulnerabilità e che necessitano di supporto psicologico, morale, spirituale, legale e fisico. Pensato in tre focus: Donne/madri; bambini, adolescenti e giovani; uomini. «In questa realtà abbiamo 10 comunità ecclesiali dove, oltre ai responsabili laici locali, lavorano 3 sacerdoti della diocesi di Vicenza e 4 Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria». Di fronte a questa realtà, sorge il bisogno di uno spazio alternativo che permetta incontri fraterni e solidali, dove le persone siano ascoltate; lo spazio per un’esperienza di condivisione e di lavoro in gruppo; uno spazio per trovare sostegno per mantenere viva la speranza e dare senso alla propria vita. «Uno spazio di incontro alternativo per crescere come comunità e per prendersi cura delle ferite e delle debolezze della nostra realtà, facendoci segno di carità, servizio in rete e nello stile della gratuità per la società».

“Se vuoi costruire una nave, non chiamare la gente a raccogliere legna, non assegnare loro compiti e lavori, ma insegna loro a desiderare l’infinita immensità dell’oceano”.

Antoine de Saint-Exupéry

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