«Com’è importante sognare insieme! (…) Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è – scrive papa Francesco in Fratelli tutti -. I sogni si costruiscono insieme».
È proprio un sogno quello che si realizza, giorno dopo giorno, in una provincia del nord dell’Afghanistan, dove il vento scolpisce incessantemente le cime maestose dell’Hindu Kush e i mulinelli di terra conferiscono al paesaggio una luce irreale. Perché tanti slanci si sono uniti per creare “l’associazione” – non ci è concesso dire di più – e con lei la “scuola che non c’è”.
Quelli di un visionario operatore umanitario (giovane gesuita indiano) e di otto giovani che, nel 2019, hanno creato una rete di Centri di apprendimento sparsi in una decina di distretti tra i più remoti del Paese.
Là si intrecciano, si alimentano e si rafforzano reciprocamente i sogni di oltre novecento studentesse che imparano gratuitamente inglese, informatica e, ora, anche matematica e scienze.
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