Diritti umani: sono ben 280 le buone notizie secondo Amnesty International

in “BuoneNotizie.it” del 16 maggio 2024 – di Giovanni D’Auria

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948 adottò ufficialmente la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Con 173 Paesi che l’hanno ratificata, oggi è un testo fondamentale per valutare l’avanzamento nel mondo dei diritti umani. Human Rights Watch e Amnesty International sono alcune delle principali ONG che si occupano di monitorarne lo stato.

Human Rights Watch, nel suo report 2024, con valutazioni svoltesi in più di cento Paesi, mostra un lieve arretramento dei diritti umani nel mondo. Tuttavia, grazie al lavoro di Amnesty International, si riscontrano molte notizie positive.

Il report di Amnesty International: le buone notizie

Nel 2023 Amnesty International riporta ben 280 notizie positive per i diritti umani. Le attività di Amnesty International hanno portato a diverse scarcerazioni e revisioni di processi. Un esempio è il caso di Hakamada Iwao, da 45 anni detenuto in Giappone nel braccio della morte, che ora ha ottenuto la riapertura del suo processo in ragione delle condizioni inique in cui si svolse all’epoca.

Parlando di un caso più vicino a noi, il governo egiziano ha concesso la grazia a Patrick Zaki. Lo studente egiziano dell’Università di Bologna, ricercatore e attivista per i diritti umani, era stato arrestato in Egitto per “diffusione di notizie false”.

A novembre le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione volta asollecitare la regolamentazione dei sistemi d’arma autonomi (come droni e intelligenze artificiali). Queste tecnologie, applicate ai conflitti moderni, provocano morti di molti civili. Recentemente ha fatto scalpore l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) da parte dell’esercito israeliano per identificare i bersagli di Hamas nella popolazione palestinese. L’IA si basava sui dati forniti dall’esercito, ma il suo giudizio aveva un grosso margine di errore, e si suppone abbia causato molte vittime innocenti.

Il 1° luglio 2024 entrerà in vigore in Olanda una legge approvata a marzo. La legge cambia la definizione di violenza sessuale, basandola sull’assenza di consenso. Si tratta del diciassettesimo Paese europeo a introdurre questo importante cambiamento a tutela delle persone vittime di violenza. Negli altri Paesi la definizione di violenza si basa appunto sulla presenza di violenza e coercizione nei fatti avvenuti. Questo però non copre i casi in cui la vittima non è pienamente consapevole delle proprie azioni o è incosciente.

Negli ultimi anni, a livello globale, si è assistito a una significativa diminuzione delle esecuzioni e delle sentenze capitali. Attualmente, nel mondo, circa tre quarti dei Paesi hanno abolito la pena di morte, sia per legge, che nella pratica.

Il modello americano dell’Housing first, ovvero provvedere a garantire il diritto a una casa ai senzatetto per mezzo della spesa pubblica, è stato adottato in Finlandia. Il diritto alla casa è uno dei diritti umani fondamentali e portare a zero il numero di senzatetto è parte dell’Agenda 2030. Dagli anni ’80 a oggi il numero di senzatetto si è ridotto da 20mila a 4mila persone.

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