Anche i muri s’infrangono

El Castillo, denominata anche L’impatto del libro è un’opera dell’artista messicano Jorge Méndez Blake. Fu esposta per la prima volta nella Biblioteca «José Cornejo Franco» di Guadalajara e, successivamente, anche a Venezia, a Parigi, a Istanbul.
L’installazione rappresenta un muro di mattoni alla base del quale si trova un libro che produce un’ondulazione lungo la struttura del muro stesso. Il libro in questione è il romanzo incompiuto di Kafka intitolato Il Castello, opera letteraria complessa e dalle molteplici interpretazioni, che narra la storia di K. che non riesce a esercitare la propria professione di agrimensore ­– colui che misura i terreni – in un paese sovrastato da un incombente e misterioso castello, da cui dipartono leggi alienanti e distruttive.
Il muro, costituito da mattoni a vista, per la propria consistenza e impenetrabilità non è più struttura di protezione, come quello di una casa, ma assurge a simbolo di separazione, come i tanti muri che sono sorti in questi tempi, da quello al confine tra l’America e il Messico, a quello tra Ceuta e Melilla, o tra Israele e Palestina.
Un libro, per giunta incompleto, il cui protagonista sembra fallire, affondando tra una molteplicità di leggi che condizionano la propria esistenza, riesce nell’opera dell’artista a incrinare la struttura del muro. In questo tempo, in cui la cultura e l’arte sono messe alle corde, l’apparente inconsistenza di un libro sembra prendere su di sé tutto il peso di un muro monolitico: pur essendo schiacciato dalla sua gravità, le parole contenute in esso sono in grado di incrinarlo, di renderlo pericolante, di far passare dei raggi di luce dalla fenditura creata alla base.
Attraverso questa opera Jorge Méndez Blake sembra domandarsi se saremo in grado di recuperare l’importanza della cultura che permette di sopportare il peso degli eventi e, allo stesso tempo, di compromettere quei sistemi di ingiustizia e iniquità che sovrastano e incombono sull’essere umano.

Tratto da “Abitare nella possibilità”

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