Carissimo papa Francesco,
Non ho mai scritto ad un papa e non saprei come procedere, ma ho davvero bisogno di lei. Mi chiamo Kindi, sono nata nella RDC e vivo in Italia da oltre 30 anni. Le notizie dal Congo sono spesso non rassicuranti, ma ultimamente la situazione del paese, a mio parere, sta degenerando. Il suo tanto attesa viaggio era un balsamo per le sofferenze infinite di molti congolesi cristiani e non. Era per noi, non solo un momento di preghiera e festa, ma sicuramente un occasione per far conoscere qualcosa di questo grande paese alle altre nazioni. Da un popolo in affanno ad altri popoli. So che anche lei è molto dispiaciuto perché è stato costretto a rimandare il viaggio. La sua salute è fondamentale non solo per il Congo lo so bene. Sono un medico ed una mamma e mi sento di dire con forza che il dolore è dolore. Sempre ed ovunque!
Che cosa fare allora?
Oltre alle preghiere sono pronta a reggere con una mano mio figlio di 8 mesi(9 kg di pura energia vitale) e con l’ altra reggere la sua gamba così da permetterla di riprendere il viaggio programmato. Veramente!
Abbiamo bisogno di lei ora più che mai.
Troppi interessi schiacciano e soffocano bambini, donne e uomini comuni. Gente semplice che mai beneficerà di tali interessi anzi ereditera umiliazioni-dolore-poverta’ perché la guerra che è già in corso da anni. I conflitti( purtroppo non vi è solo un unico conflitto!) condannano a povertà fisiche e morali, torture, migrazione forzata e morte. Assenza di vita.
Non riesco più a vedere le terribili immagini che mi arrivano dal Congo, troppe crudeltà. Penso alle altre madri come me e al futuro dei loro figli. Quale angoscia. Non posso più tacere.
Ho bisogno di un po’ di speranza.
Una luce!
Io e Leon Laurent( mio figlio!) desideriamo chiedere se può indire una veglia di preghiera per il Congo e riprogrammare il suo viaggio a breve.
Grazie infinite per aver ascoltato la nostra voce.
Condividi sui social: