EUROPA
Genere: Drammatico, Thriller
Anno: 2021
Regia: Haider Rashid
Durata: 75 min
Europa, scritto e diretto dal figlio di un immigrato iracheno e una madre italiana, racconta l’esperienza della migrazione facendoci provare a livello polisensoriale che cosa voglia dire affrontare quel viaggio, non in astratto ma nella concretezza immediata del qui e ora: come succede ogni giorno ai migranti. Racconta la storia di Kamal un giovane iracheno che intraprende un viaggio a piedi per provare a entrare in Europa. Per riuscire nella sua impresa, il ragazzo deve oltrepassare il confine tra Turchia e Bulgaria, ma mentre segue la “rotta balcanica”, battuta da diversi migranti clandestini come lui, viene catturato. Le guardie che lo hanno preso appartengono alla polizia di frontiera bulgara, che ha tra le sue fila alcuni vigilanti noti come “cacciatori di migranti”.
Kamal riesce a liberarsi e a scappare, ma durante la fuga viene ferito dai vigilanti, che iniziano a dargli la caccia. Nella speranza di non essere trovato, il giovane si rifugia in una folta foresta, che diventa un mondo a parte, dove le leggi non hanno alcun valore e la vita si tramuta in una lotta alla sopravvivenza tra lui e i poliziotti… una lotta che terminerà in uno scontro finale. Il regista azzera qualunque distanza fra lo spettatore e il suo protagonista gettandoci dentro un’esperienza immersiva epidermica: sentiamo il caldo, la fame, la stanchezza, e soprattutto il terrore così come li avverte il ragazzo ridotto a nutrirsi di bacche e uova trovate per caso, con la suola delle scarpe tagliata a metà e le ferite inferte dalla natura e dagli uomini. I nemici compaiono all’improvviso davanti ai suoi e ai nostri occhi, e sono nemici senza identità, corpi armati senza nome.
Forse l’incontro più straniante rimane quello con una donna che carica il ragazzo in macchina parlandogli in una lingua sconosciuta e reagisce a lui con un misto di empatia e di orrore. È quasi un film muto, se si eccettuano i suoni del respiro affannoso del protagonista e degli spari che ogni tanto squarciano il silenzio del bosco. Il protagonista risulta credibile e suscita istantanea empatia, sia per la sua giovane età sia per la condizione di totale straniamento in cui si trova, che il regista ci spinge a condividere attraverso una regia costantemente aderente al momento e appiccicata al suo personaggio. Europa è la storia di molti: in epoca di sovranismi è necessario riprodurla nella sua essenzialità per ricordare che nessuno si sottoporrebbe a un simile calvario se non fosse costretto a lasciare il proprio Paese, e che non è possibile chiamarsi fuori da questa esperienza umana limitandosi a bloccarle la strada.
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