Quello che splende in noi!

Credo che questo sia il Tempo del rispetto per la novità che siamo, verità che prendendoci per mano, ci chiede di appassionarci! Ognuno di noi ora ha davanti a sé un fratello, una sorella “nuova”. Nessuno è lo stesso di prima!

 La pandemia, come un aratro, ha scavato le nostre paure depositando però, nei solchi delle nostre ferite, semi di novità e di grazia, che affida alla nostra umanità rendendoci nuovi, non più gli stessi prima del Covid. Questa è la nostra nuova dignità di creature, il nostro nuovo orizzonte! Se però sapessimo riconoscerlo, coglierlo come spinta e stimolo che genererà ogni nostro respiro, chiamarlo per nome, vederlo impressa sul nostro volto, spezzerebbe le catene che ci immobilizzano e ci farebbe esplodere di vita…

È come se questa pandemia avesse messo nelle mani di ciascuno di noi uno strumento musicale davvero straordinario: il Theremin! Non è molto conosciuto, ma ha un potere stupefacente: si suona senza toccarlo! Non prevede il contatto fisico con l’esecutore… in parole povere è uno strumento, composto fondamentalmente da due antenne, una orizzontale e una verticale, poste sopra e a lato di un contenitore nel quale è alloggiata tutta l’elettronica. Il suono avviene allontanando e avvicinando nell’aria le mani alle due antenne. È considerato molto difficile da suonare perché l’esecutore, non avendo alcun contatto fisico con esso, non può avere riferimenti visibili alla posizione relativa delle due mani. La prima volta che ho avuto la gioia di conoscere questo strumento e poter ascoltare la sua musica “intoccabile”, l’ho sentito scendere nel profondo e toccare corde a me sconosciute nella mente e nel cuore. Improvvisamente ho capito che, in questo tempo di pandemia, di distanziamento fisico, noi possiamo scoprire nuove modalità di avvicinamento, di dialogo, di incontro… di musica del cuore!

Quella che splende in noi è una novità evangelica che ci è stata donata. Con quanto rispetto allora dovremmo imparare a riconoscerla! È il mistero dell’Incarnazione che si rinnova oggi nel nostro quotidiano e ci chiede di riconoscerci nuovi, di abbandonare ciò che eravamo per poterci riconoscere, in verità, per ciò che siamo ora: un’umanità capace di partorire questa Novità! Riconosciamo allora questo nostro essere nuovi nelle relazioni, nel parlare, nel tacere, nel nostro essere generativi, con un rispetto stupito verso il neonato che racchiudiamo e che freme, con forza crescente, per venire alla luce!

Mai come oggi siamo un Natale di novità, di stupore, un Natale ricevuto da questo Tempo, un Natale da offrire ai nuovi giorni che si spalancheranno…

Auguri di cuore a tutti voi!

Fraternamente

Agostino Rigon

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