Costa d’Avorio – Arrivare a Raviart è un viaggio lungo, e dopo 5 ore di autobus “occidentale”, dotato di climatizzatore e tutti i confort che conosciamo, l’ultima parte del viaggio si avventura per strade di terra battuta disconnesse con un taxi molto precario e stipati in dieci. È l’Africa piena, caotica e selvaggia che si mostra in tutta la sua bellezza, complessità e contraddizione.
In questo piccolo villaggio, la nostra casa è proprio di fronte ad una signora che ha sul fuoco un pentolone grande, sta preparando l’attièkè, uno dei piatti tipici. Nel mentre due donne passano con delle ceste piene di legna sulla testa, stanno tornando dai campi e noi rimaniamo incantate nel guardare come si muovono in perfetto equilibrio con i pesi sulla testa. Lí vicino dei bambini giocano sdraiati sul prato facendo capriole, e appena ci vedono si fermano a salutarci. La loro accoglienza é cosí disarmante che ci colpisce, rapisce e commuove.

La comunità è accogliente e aperta al territorio, la struttura sanitaria accoglie un punto nascite (chiamarlo ospedale è esagerato), e un primo servizio di assistenza. Suor Leticia fa servizio qui, è infermiera e ci spiega quanto sia importante la loro presenza in questo villaggio lontano dall’ospedale. Qui non ci sono orari di lavoro precisi, si fa servizio finché c’é bisogno e la fila di persone in attesa spesso é molto lunga. Suor Letizia accoglie un signore che lamenta dolori alla schiena, dovuti al lavoro nei campi e una mamma con il figlio piccolo che ha contratto la malaria; nel frattempo arriva un signore con febbre alta ed é accompagnato nel punto di osservazione del centro, lí verra tenuto per almeno 24 ore. Si cerca il piú possibile di curarli qui, in quanto l’ospedale piú vicino dista un’ora e mezza, su strade disconnesse e piene di buche. Oltre al servizio di maternità é presente un medico di base, un centro vaccinazioni e una farmacia dotata dei farmaci di prima necessità.

Le strade sono polverose e al passaggio di ogni mezzo si alza una nube di terra rossa che ci avvolge; camminiamo cosí per le vie del paese, la strada principale accoglie piccoli negozi e il mercato il venerdì. Proprio il mercato è un’esperienza da vivere con gli occhi spalancati in ogni direzione, per non perdere nulla di tutto quello che ci circonda. Bancarelle piene di colori, profumi, bambini; giovani e anziani rumorosi che creano un ambiente conviviale, caotico ma bellissimo. Su teli distesi per terra troviamo frutta, verdura, patate, manioca, igname e tutto ció che la terra puó offrire; ogni famiglia porta quel che ha. E poi sapone, vestiti e meravigliose stoffe colorate artigianali usate per creare vestiti. Ne compriamo una per portare un po’ di colore alle nostre famiglie lasciate a casa.
Piccola chicca del paese, il santuario di “Notre Dame de la divine misericorde“, che spicca su una piccola altura da dove la foresta verde e a perdita d’occhio ci fa sognare. Ci facciamo accompagnare da suor Christiane e suor Rachelle nel percorrere la via Crucis intorno al santuario, esperienza molto suggestiva. Qui notiamo la natura molto rigogliosa dominata da alberi a foglie larghe che sembrano non finire mai; popolata da animali caratteristici come le termiti che costruiscono dei grandi nidi di terra ad altezza umana. La nostra passeggiata é accompagnata dal canto melodioso degli uccellini. E proprio mentre percorriamo la via crucis sentiamo il canto del muezzin, che richiama alla preghiera i fedeli di religione musulmana. Qui cristiani e musulmani convivono pacificamente e in armonia, ognuno nel rispetto delle proprie tradizioni e culture.
La festa di fine anno è un tripudio di giochi, colori, balli, corse, disegni, cibo, e soprattutto tanti bambini di tutte le età. I più grandi si occupano dei più piccoli, caricandoseli sulla schiena usando semplicemente un asciugamano. Ci viene chiesto di pensare e proporre delle attività per questa giornata, decidiamo di provare con una caccia al tesoro, e notiamo l’entusiasmo nel cogliere le proposte. Così imitiamo animali, ripetiamo percorsi che prevedono capriole, giochiamo a palla, disegniamo.

Rimaniamo in questo piccolo angolo di Costa D’Avorio solo 3 giorni, ma ci lasciamo letteralmente il cuore; é stata un esperienza breve ma intensa.
PERLA ZANATTO
CRISTINA DALLE MOLLE