Nowhere special

Regia: Umberto Pasolini

Paese: Italia, Romania, Gran Bretagna, 2020

Durata: 96 min

Ci sono storie che per la loro drammaticità hanno il potere di colpire emotivamente e ci sono film che, per quanto sono belli, arrivano dritti al cuore. In quest’ultimo caso si parla realmente di “cinema”, nel senso più alto del termine. Ispirato ad un fatto reale, il lungometraggio, ci porta a Belfast, alle prese con la vicenda di un giovane padre, John (James Norton), un semplice lavavetri che, con poco tempo davanti a sé, è costretto a cercare per il suo piccolo Michael (lo straordinario Daniel Lamont) una nuova famiglia. In una sorta di triste pellegrinaggio che sembra non sbarcare da nessuna parte, una malinconica tenerezza viene via via messa in luce, dentro le pieghe di una quotidianità fatta di piccoli gesti e tanto amore. Sotto lo sguardo di una telecamera discreta, quanto mai eloquente, l’affetto, e in fondo la speranza di fare la cosa giusta, sembrano prendere il sopravvento sul dolore che fa capolino dietro gli angoli di ogni singola scena. Senza fronzoli e senza indugi emotivi, ci si trova così immersi in un racconto di vita che richiama a tutti l’irriducibile realtà della “fine”, che purtroppo per alcuni sembra accadere troppo in fretta. Un film vero, capace di uno sguardo autentico, che resta dentro, insieme agli occhi del piccolo Michael che, forse, per l’ultima volta chiede il consenso al padre prima di lasciarlo andare. Da contemplare.

 Più che una storia commovente si ha l’impressione che Pasolini abbia voluto raccontare ancora una volta una storia ai margini. In questo film, la marginalità è qualcosa che non si può fare a meno di subire, il risultato di una situazione (familiare, medica, sociale) che non lascia vie d’uscita e che una ammirevole regia ci fa leggere sui volti di due attori, uno più bravo dell’altro, James Norton capace di controllare un dolore contro cui non può lottare e il piccolo Daniel Lamont, straordinario nel farci leggere la rassegnazione di chi sa di dover subire un’«ingiustizia» contro cui nulla può.

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