Film di Mounia Meddour Gens, Francia, 2019
Genere: Drammatico
Durata: 105 minuti
Algeri, fine anni 90. È notte. Due giovani ragazze escono di nascosto dalla cittadella universitaria per dirigersi in discoteca. Si truccano, fumano, scherzano. Nedjma studia francese, sogna di fare la stilista e veste le amiche con gli abiti di sua creazione. Sono donne, giovani, con voglia di vivere e di essere pienamente se stesse. Mentre fuori la guerra civile impazza: l’Algeria è nel cosiddetto ‘Decennio nero’, con il fondamentalismo islamico che cresce e dilania il Paese con attentati, rapimenti e violenze. “Sorella, la tua immagine mi sta a cuore. Curala o lo faremo noi”, si legge in un manifesto affisso sul muro dell’università. Ma Papicha – così la chiamano, termine algerino che sta per ‘hipster’, anticonformista che sfida le regole e il costume sociale – vuole essere libera: di realizzarsi, di innamorarsi, di sognare un futuro lì dov’è nata e cresciuta. “Non c’è bisogno di andar via per costruire. Io sto bene qui. Voglio restare. Non è facile, lo so. Bisogna lottare”. Lotta, lei, con determinazione, coraggio, altruismo. Controvento. E grida, al mondo e a tutti noi. Un grido di rabbia, di dolore, di liberazione, di umanità.
Film rivelazione del festival di Cannes 2019, 2 premi Cesar 2020, liberamente ispirato a fatti realmente accaduti, “Non conosci Papicha” è un magnifico esordio alla regia per Mounia Meddour, che in questo film riporta molto di sé e della sua giovinezza, lasciandoci incollati sullo schermo in un crescendo di tensione ed emozioni. Un film senza troppa retorica, netto, sorprendente, che vuole esprimere la pienezza della femminilità detta dalle donne contro la femminilità dettata dagli uomini. Ma questa pellicola è anche molto di più: l’università ‘fabbrica di cultura’ come risposta ai fondamentalismi, la comunità – donne che si prendono cura di altre donne – che ti porta a soffrire insieme e a gioire della gioia altrui, la forza dei gesti di straordinaria normalità che possono cambiare il corso della storia. Come una ninna nanna cantata ad una vita portata in grembo, o la grazia di una rosa rossa piantata sotto una croce. Un film assolutamente da vedere.
A cura di Alberto Bisson
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