in “Avvenire” del 21 maggio 2024 – di Giovanni Maria Del Re
L’ultima accusa che travolge la Ue: secondo un’inchiesta giornalistica internazionale Bruxelles fornirebbe mezzi e risorse alle autorità nordafricane che agirebbero con pratiche disumane per contenere le migrazioni.
Prelevati per strada in pieno giorno, scaraventati in un furgone e poi a bordo di autobus nella notte portati in mezzo al deserto e lì abbandonati. Con i soldi e i mezzi forniti dall’Ue e dai suoi Stati membri (Italia inclusa), consapevole di queste pratiche barbare da parte delle autorità di Tunisia, Marocco e Mauritania. È un’accusa durissima quella lanciata da un’inchiesta condotta da un consorzio cui hanno partecipato il sito di indagini giornalistiche Lighthouse Report insieme a grandi testate internazionali (tra cui il Washington Post, Der Spiegel, Le Monde, El Pais, il canale pubblico tv tedesco Ard). Il titolo la dice tutta: «Desert Dumps», «scaricamenti nel deserto». Un’indagine condotta anche sul campo e intervistando una cinquantina di sopravvissuti.
Una cosa li accomuna: sono tutti neri. Presi per strada da agenti in borghese senza neppure la possibilità di spiegarsi, tanto che ad incappare in questa procedura c’è persino un cittadino Usa afroamericano, Timothy Hucks di 33 anni, insegnante d’inglese, fermato in pieno giorno a Rabat, dove risiede. Lui mostra la patente di guida Usa, chiede di poter prendere il passaporto a casa, ma niente da fare. Lo scaraventano in una prigione, chiedendogli se è un terrorista, con una quarantina di altri prigionieri, tutti neri, e poi portati in una località nel deserto a 200 chilometri a sud di Rabat e lì abbandonato. O c’è il caso di una giovane donna della Guinea, Bella, 27 anni, che aveva cercato di raggiungere le Canarie su un barcone, bloccata dalla guardia costiera della Mauritania e scaricata poi al confine con il Mali, un Paese con forte presenza jihadista e di miliziani russi Wagner.
Continua a leggere su AVVENIRE >>
Condividi sui social: