di Nicola Zattra.
Bogotà (Colombia)
Il ricordo di un racconto. Questo è tutto quello che possiedo, l’unico faro che mi ha condotto a questa spianata sulle Ande. Un lungo cammino per arrivare qui, dove la quota è qualcosa che va oltre un mero numero, è il ricordo del perché ci si stanca più facilmente nel compiere le normali attività quotidiane.
Il reticolo rende semplice il cammino in questa giungla, dove ogni angolo appare caotico e attorniato da una luce fosca. Queste ombre, che si allungano, nascondono qualcosa che siamo venuti a cercare, come altri prima di noi, qualcosa di prezioso e luminoso. I primi giorni passano, avvolti dalle tante nubi che passano tra queste montagne verdeggianti. L’attesa per l’incontro cresce, come è normale che sia. Arriva il momento tanto atteso. Una serie di serrature e chiavistelli vengono aperti ed i rumori metallici sembrano scandire il tempo che precede l’agognata scoperta.
Ancora una manciata di secondi e.. ci siamo. Si aprono davanti a noi le porte di El Dorado. Oro, oro, tantissimo oro lucente. Oro chiassoso che riempie, si gli occhi, ma anche le orecchie con tante voci. Così avvenne il nostro incontro con la fondazione Bella Flor, fondazione colombiana presente nel distretto più povero e pericoloso di Bogotà, Ciudad Bolivar.
Una presenza, la nostra, scandita dai pomeriggi presso la fondazione che si impegna a far fiorire quelle gemme preziose che si trovano in tutti i barrios, i bimbi di Ciudad Bolivar.
Le attività sono tante ma una, su tutte, possiamo definirla cardinale: ascoltare. Bimbi e ragazzi che vivono una realtà difficile, impegnativa per un adulto, quasi impensabile per un bimbo.
Ma questa è la follia del nostro pianeta, rendere possibile tutto questo.
Possiamo, allora, solo essere più folli; renderci conto che salvare tutti è oltre le nostre possibilità, però, in questo momento siamo lì, di fronte all’oro del mondo, un bambino, e impegnarci profondamente ad essere lì per quell’istante, suo e nostro, condiviso, della sua vita. Essere, come diceva Madre Teresa di Calcutta, una goccia d’acqua nell’oceano, dove, però, risplende la luce più luminosa dell’universo: l’amore.
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