A tre anni dalla scomparsa di mons. Camillo Ballin, la comunità comboniana di Padova e la parrocchia di Fontaniva, luogo natale di Camillo, hanno voluto ricordare la figura di questo missionario che ha dedicato la vita al lavoro pastorale nel mondo islamico. Giovedì 27 aprile, 2023, è stata organizzato un incontro nel centro civico di Fontaniva. [Nella foto da sinistra: sig. Edoardo Pitton, p. Angelo Giorgetti, sig. Guerrino Citton, p. Giuseppe Caramazza]
Il sig. Guerrino Citton, storico locale, ha ripercorso il tragitto della famiglia Ballin e le tappe principali della vita di Camillo. La famiglia Ballin sembrava essere destinata alla vita religiosa. Le tre sorelle di Camillo entrarono presto presso le Piccole Suore della Sacra Famiglia. Camillo, invece, intraprese gli studi per diventare insegnante. La sua passione era rendere felici gli altri, come spesso raccontava. Tuttavia, si rese conto che come insegnante avrebbe potuto rendere felici solo poche persone. Pensò allora di diventare medico. La sua vita cambiò quando incontrò padre Faré che lo ispirò a diventare missionario comboniano.
Padre Giuseppe Caramazza ha parlato sul mondo islamico, sottolineando come sia facile cadere in una precomprensione negativa. Ecco che angoli di lettura ristretti e preconcetti non ci aiutano a capire la storia e i valori di questo mondo. Occorre invece conoscere la storia dell’Islam e riconoscere i valori che hanno contribuito anche alla cultura occidentale. Il relatore ha anche offerto alcuni esempi del cammino di dialogo intrapreso da musulmani e cristiani. Tra questi, la lettera firmata da oltre cento personalità musulmane spedita ai leader delle varie chiese cristiane nel 2007. Una lettera che ha aperto la via alla formazione del Forum cattolico-islamico, ma anche un testo che di fatto interroga lo stesso mondo islamico. Si apre, cioè, una possibilità di andare oltre l’immobilismo di tradizione e interpretazione classica, per muoversi verso un cammino di reciproco ascolto e crescita.
Padre Angelo Giorgetti, comboniano, già superiore provinciale dell’Egitto-Sudan, ha dato la sua testimonianza facendo risaltare le doti umane di mons. Ballin. Ne è uscita una descrizione interessante di un uomo dedito all’incontro con l’Islam, ma anche impegnato sul piano pastorale verso i cristiani che vivono in Sudan ad Egitto, dove ha lavorato in varie parrocchie e nel campo della didattica, e poi per la vicinanza ai cristiani che vivono nella regione dall’Arabia.
È stato qui che Camillo ha dimostrato di sapersi fare vicino a tutti. Nelle sue lettere pastorali fa notare come l’accoglienza dei vari riti cristiani è necessaria per accogliere queste persone, in maggioranza lavoratori stranieri, lontani dalla loro patria e dai loro cari. Mons. Camillo aveva questa attenzione e sapeva tessere rapporti di amicizia vera verso i fedeli, ma anche verso la popolazione di fede islamica. Non ultima, è stata notata la sua relazione con la casa reale del Bahrein, dove aveva sede il vicariato dell’Arabia Settentrionale.
Un frutto di questa relazione è stato il terreno donato dal re del Bahrein alla chiesa cattolica per la costruzione della cattedrale di Nostra Signora d’Arabia. La chiesa, iniziata da mons. Camillo, è stata completata dopo la sua morte. Nel novembre 2023, Papa Francesco ha visitato il Bahrein in occasione della conferenza sul “dialogo per la coesistenza umana”, durante la quale ha anche sottoscritto una dichiarazione congiunta di rappresentanti cristiani e islamici.
Il sindaco di Fontaniva, il sig. Edoardo Pitton, ha concluso la serata con un breve intervento. Ha sottolineato l’importanza della figura di mons. Camillo Ballin per tutta la comunità locale. Il sindaco ha ringraziato la parrocchia e i missionari comboniani per l’iniziativa. “Non ho la presunzione di parlare a nome di altri – ha detto il sindaco – ma informandomi sulla figura del nostro concittadino ho notato lo spessore umano, lo spiccato altruismo, la raffinatezza del pensiero. Ho scoperto una forza di volontà, una caparbietà che gli hanno permesso di agire in un contesto difficile, sia a livello religioso che socio-politico. Mi ha fatto sorridere l’aneddoto riguardante la sua vocazione. Quando gli fu chiesto dove voleva andare a lavorare indicando tre possibilità, egli rispose mondo arabo, mondo arabo, mondo arabo! Chi lo ricorda qui in paese afferma che sapeva stare con tutti: era per la gente, tra la gente”.
Dopo il ricordo civico, la comunità fontanivese ha voluto celebrare una Messa solenne nella chiesa parrocchiale, presieduta da padre Tesfaye Tadesse, padre generale dei missionari comboniani. Mons. Ballin spirò durante la pandemia del COVID, e non vi fu allora una preghiera pubblica, un funerale che radunasse la comunità locale. Con questa celebrazione Fontaniva ha finalmente potuto dare l’ultimo saluto a un suo figlio e stringersi intorno alla sua famiglia.