La pace non può essere semplicemente una questione intorno a noi, né la si ottiene attraverso una attenta strategia di alleanze da far funzionare al meglio, c’è invece la necessità di diventare pacifici per poter vedere segni di pace e poterlavivere. Vorremmo sentire nostro l’appello di Papa Francesco: “Non possiamo più pensare alla guerra come soluzione, dato che i rischi probabilmente saranno sempre superiori all’ipotetica utilità che le si attribuisce. Davanti a tale realtà, oggi è molto difficile sostenere i criteri razionali maturati in altri secoli per parlare di una possibile ‘guerra giusta’. Mai più la guerra!» (FT 258). Vivere in pace significa vivere in armonia: con se stessi, con la propria esistenza, con gli altri, con tutte le realtà con cui ci si relaziona. Si tratta di avviare un processo su tre versanti, uno esterno, uno interno e uno interiore. Esternamente, vivere in pace permette di rispettarci e di amarci a vicenda sapendo coniugare le nostre differenze culturali, religiose e politiche. Internamente dobbiamo prendere contatto con la paura che ci portiamodentro e capire che è da quella paura che nascono molti dei nostri atteggiamenti e impulsi violenti. Non è salutare continuare a non dirci la rabbia che proviamo, dobbiamo piuttosto prenderne coscienza così da far placare quel sentire violento che talvolta dà buio ai nostri giorni e alle nostre relazioni, dobbiamo educarci ad un’esistenza pacifica per vivere nel quotidiano un’esperienza di pace. Interiormente il riferimento è ad accogliere la pace come dono e dono del Risorto, si tratta di una capacità mistica della consegna di sé e della propria vita sapendo che la grazia potrà fortificare e dare senso a quelle scelte e situazioni che potrebbero vacillare di fronte ad una realtà aggressiva che ci circonda e che avvertiamo talvolta di affrontare ‘in solitaria’.
Come fare per attuare questa pacificazione, da dove partire?
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