Cari amici, 12 aprile 2019

Carissimi amici, dopo più di due settimane di cielo azzurro e sole caldo oggi ci ha sorpreso il cielo grigio e la pioggia che ha cominciato a cadere abbondante riportandoci subito con il pensiero ai primi giorni dopo il passaggio del ciclone Idai. La frase che sta sulla bocca di tutti in questi giorni è: “non deve piovere”, pensando alla maggioranza delle case scoperchiate.

Ognuno alla sua maniera sta cercando di sistemare il tetto della sua abitazione, ma in ogni caso la realtà è ancora precaria. La situazione di emergenza creata dal ciclone Idai ci sta obbligando ad aprire i nostri occhi e il nostro cuore come non abbiamo mai fatto finora. Un grande numero di nostri fratelli e sorelle stanno soffrendo, alcuni al limite della sopportazione. La chiesa di Beira, nei suoi pastori e fedeli cristiani non può restare indifferente e chiusa davanti a tanta sofferenza.

Per diventare sempre più una chiesa “in uscita” come papa Francesco ci invita ad essere, ieri nella sede vescovile, il vescovo assieme alla commissione di emergenza ciclonica e al coordinamento diocesano della carità (commissione appena formata) ha incontrato i parroci della città e di alcuni distretti, con lo scopo di attivare un’azione pastorale che metta al centro il “ministero della carità”.

Ogni parrocchia è invitata a costituire un gruppo di persone che conoscano bene la realtà di ogni zona e comunità, per affiancare i parroci come diretti collaboratori nella pastorale della carità. Tutto questo al fine di riuscire ad avere un quadro completo della realtà e delle situazioni di maggior difficoltà delle singole parrocchie. È vero che tutti siamo stati colpiti dalla furia del ciclone e dall’inondazione ma è pur vero che non tutti abbiamo sofferto nello stesso modo e nella stessa misura.

Nelle nostre parrocchie sono presenti persone e famiglie che erano in una situazione di disagio e povertà già prima del passaggio del ciclone: vedove, anziani abbandonati dai propri figli, mamme con figli abbandonate dal marito, padri di famiglia con malattie croniche, orfani che vivono con i nonni anziani e senza nessun sostegno economico. A causa della calamità si sono ritrovate ancora più povere. Loro devono diventare il centro della nostra attenzione, devono diventare i “fratelli più cari” delle nostre parrocchie perché loro sono, ancora secondo le parole di Papa Francesco, “la carne sofferente di Cristo”.

Questo lavoro capillare, che stiamo cercando di mettere in atto, vorremmo diventasse per noi tutti la forza motrice per una seria ed efficace pastorale della misericordia nelle nostre parrocchie, che deve terminare dopo l’emergenza ma continuare come stile di pastorale.

Commissione di Emergenza ciclonica
Beira, 12 di Aprile 2019

ALLEGATI:

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pdf Cari amici 8 - Mons. Claudio Dalla Zuanna 286 KB
pdf Grazie ai Benefattori - ciclone Idai 673 KB
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