Smaschilizzazione, Magistero alla prova

Smaschilizzazione,
Magistero alla prova

Il processo avviato dal Papa analizzato da un vaticanista

 

Papa Francesco ha da tempo avviato un tentativo di “smaschilizzazione” della Chiesa. Come per altre riforme inaugurate da Bergoglio è un processo in atto, i cui esiti sono incerti. Ma rappresenta sicuramente un passo in avanti, non per raggiungere una democratizzazione delle strutture ecclesiali con l’inserimento di “quote rosa”, quanto per incarnare al meglio il Vangelo. A prescindere dal tema della potestà sacerdotale riservata agli uomini, c’è molto da aggiornare. Soprattutto perché realizzare l’uguaglianza tra i generi nella Chiesa significa far nascere una comunità “declericalizzata”, in cui i presbiteri non siano visti come detentori di un potere, ma come coloro che svolgono un servizio.

Se si parla spesso della volontà di Francesco di «allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa»- espressa subito nell’Evangelii Gaudium – a molti sfugge come l’altra faccia di questa apertura sia il superamento della cultura ecclesiale maschilista. «Eppure ci siamo accorti, specialmente durante la preparazione e la celebrazione del Sinodo, che non abbiamo ascoltato abbastanza la voce delle donne nella Chiesa», scrive il Papa nella prefazione al volume di autori vari Smaschilizzare la Chiesa? Confronto critico sui “principi” di H.U. von Balthasar, pubblicato a gennaio 2024. Aggiungendo, subito dopo, come sia «necessario ascoltarsi reciprocamente per – appunto – ‘smaschilizzare’ la Chiesa». Un auspicio espresso con parole simili, nel novembre 2023, incontrando la Commissione teologica internazionale.

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