di Laura Piana.
Bangkok (Thailandia).
La sveglia suona alle 6 ma oggi partiamo presto per dirigerci verso Samut Sakhon, dove siamo ospiti in una scuola per bimbi birmani rifugiati. Appena arrivati, i bambini, disposti ordinatamente formando delle file, sono lì ad attenderci. Ci presentiamo e loro cercano di imparare i nostri nomi ripetendoli facendo attenzione ad essere sempre più precisi, come se avessero a cuore davvero la nostra conoscenza.
I loro volti, molti dei quali colorati con segni di bellezza creati con una polverina gialla, ci regalano sorrisi fin da subito e si dimostrano pronti a mettersi in gioco. Dopo aver ballato ed esserci divertiti con le canzoni proposte da Ekkalak, che insieme a Padre Edgar ci ha accompagnati lì, proponiamo alcuni giochi di gruppo, facendoci aiutare da un’insegnante del centro nella spiegazione delle regole traducendole nella lingua birmana.
Ci stupisce come i bambini, di tutte le età, si lascino coinvolgere e si dimostrino semplicemente…felici! Si gioca, c’è chi ottiene premi e chi perde e nessun bambino piange o reclama una vittoria. L’unica cosa che importa è essere lì a gioire tutti insieme.
Poco prima del momento del pranzo, osserviamo come le ragazze più grandi si prendono cura dei più piccoli accompagnandoli negli spostamenti (sempre in modo super ordinato!) e questo ci dimostra quanto l’educazione fiduciosa e responsabilizzante sia importante per la crescita degli adulti di domani.
Dopo una gustosa merenda preparata per noi dalle insegnanti, è il momento dei saluti. Risaliamo a bordo del nostro grande pulmino e andiamo a visitare l’Annalai school, una Scuola cattolica situata sempre a Samut Sakhon.
A fine giornata, mille pensieri positivi riempiono la mia mente e il mio cuore.
Mi rendo conto soprattutto di come l’educazione sia in grado di salvare, di dare possibilità a chi non ne ha.
“L’educazione è l’arma più potente che può cambiare il mondo” – Nelson Mandela
Tutti gli articoli sull’esperienza thailandese li potete trovare anche qui: LINK (Giovani in uscita)
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