Il rosario è una preghiera devozionale a carattere litanico tipica del rito latino della Chiesa cattolica. La chiesa, per tradizione, ne attribuisce la nascita ad un’apparizione della Madonna con la consegna del rosario a San Domenico nel 1214. Le sue origini sono tardomedievali: fu introdotto dall’ordine domenicano e diffuso, soprattutto nel XVI secolo, come preghiera per chiedere a Dio, tramite l’intercessione di Maria, la difesa della fede contro i Turchi Ottomani nella battaglia di Lepanto avvenuta il 7 ottobre 1571 e… i protestanti.. La preghiera fu approvata, a nome del Papa Pio V, dal Cardinale Alessandro Nanni Malatesta, legato pontificio e Vescovo di Forlì. Pio V istituì la Festa della “Madonna della Vittoria” (a perenne ricordo della battaglia di Lepanto) e il suo successore, Papa Gregorio XIII, la trasformò in Festa della “Madonna del Rosario” perché i cristiani attribuirono il merito della vittoria alla protezione di Maria, che avevano invocato recitando il Rosario prima della battaglia. La festa è tutt’ora collocata nel mese di Ottobre. Dal XVII secolo in poi, la diffusione proseguì con le Confraternite del Santo Rosario. Verso la fine dell’Ottocento ed inizio Novecento, papa Leone XIII (pontefice dal 1878 al 1903) in una serie di encicliche raccomandò più volte la preghiera del rosario. Non essendo momento della liturgia della Chiesa, questa pratica ha comunque subìto notevoli varianti nel corso dei secoli.
Attualmente la preghiera consiste in cinque serie di dieci Ave Maria unite alla meditazione dei Misteri (eventi, momenti o episodi significativi tradizionalmente conosciuti come: gaudiosi, dolorosi, gloriosi e luminosi) della vita di Cristo e di Maria. La recita del rosario è un modo di concedere un posto nel cuore per seguire gli insegnamenti del Regno, impegnandoci a identificarci con Cristo e facendo nostri i suoi stessi sentimenti. Il nome ROSARIO significa “corona di rose”, con riferimento al fiore mariano per eccellenza, simbolo della stessa Ave Maria.
Il Rosario missionario ha lo scopo di far pregare per la pace nel mondo e per la conversione di tutti gli uomini. I cinque colori diversi rappresentano i cinque continenti e richiamano l’intenzione secondo la quale si deve pregare. La decina del Rosario, quella bianca è per la vecchia EUROPA, perché sia capace di riappropriarsi della forza evangelizzatrice che ha generato tante Chiese; la decina gialla è per l’ASIA, che esplode di vita e di giovinezza; la decina verde è per l’AFRICA, provata dalla sofferenza, ma disponibile all’annuncio; la decina rossa è per l’AMERICA, vivaio di nuove forze missionarie; la decina azzurraè per il continente dell’OCEANIA e dell’Australia che attende una più capillare diffusione del Vangelo.
È lo stesso Giovanni Paolo II a ricordarci che: «Il rosario è anche un percorso di annuncio e di approfondimento, nel quale il mistero di Cristo viene continuamente ripresentato ai diversi livelli dell’esperienza cristiana. Il modulo è quello di una presentazione orante e contemplativa, che mira a plasmare il discepolo secondo il cuore di Cristo. La Vergine del Rosario continua anche in questo modo la sua opera di annuncio di Cristo. La storia del Rosario mostra come questa preghiera sia stata utilizzata specialmente dai Domenicani, in un momento difficile per la Chiesa a motivo del diffondersi dell’eresia. Oggi siamo davanti a nuove sfide. Perché non riprendere in mano la Corona con la fede di chi ci ha preceduto? Il Rosario conserva tutta la sua forza e rimane una risorsa non trascurabile nel corredo pastorale di ogni buon evangelizzatore».
Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace, anche per i frutti di carità che produce”, tra cui il “desiderio di accogliere, difendere e promuovere la vita, facendosi carico della sofferenza dei bambini in tutte le parti del mondo”; di “testimoniare le beatitudini nella vita di ogni giorno; di “farsi ‘cirenei’ in ogni fratello affranto dal dolore o schiacciato dalla disperazione”. Di diventare, in una parola, “costruttori della pace nel mondo” e di “sperare che, anche oggi, una ‘battaglia’ tanto difficile come quella della pace possa essere vinta”.
(Lettera apostolica, Rosarium Virginis Mariae, Giovanni Paolo II 2002)