Sorry we missed you è il 26esimo lungometraggio di Ken Loache, come ogni film del regista inglese, ci arriva addosso come un vero e proprio pugno nello stomaco. Ricky e Abby hanno due figli, sono parte della working class inglese, sempre a corto di disponibilità economiche e con poche possibilità di realizzare i propri sogni di una vita migliore. Ricky però decide di tentare il salto: acquista un furgone, vendendo la macchina della moglie, e comincia a lavorare come corriere, in franchising. Ben presto il lavoro si rivela totalizzante, senza nessun diritto e con un boss che non ha nessun tipo di coscienza umana verso le difficoltà dei suoi lavoratori.
Ken Loach illumina con sguardo lucido il settore del delivery, quello che è ormai divenuto quasi un archetipo del lavoro 4.0. Con la consueta abilità nel ricostruire dettagliatamente la periferia inglese, il film diventa una denuncia contro il modo in cui viene gestito il mondo del lavoro e sulla modalità di adattamento dei lavoratori.
Sorry we missed you: una preghiera, un monito, un silenzio, un soccorso, una frase da lasciare per quando il pacco arriva e tu non ci sei. In questo film Loach ci presenta la realtà vera della Gig economy, quella dell’e-commerce, del prime, che attrae tutti noi nel suo magico giro misterico. Belli gli acquisti on line, bello il fattorino che ci recapita l’agognato pacchetto, meno bello il sistema implacabile che strangola lentamente i nuovi schiavi della consegna divorati dall’ansia delle consegne temporizzate.
L’articolo 600 del codice penale dice: «Chiunque riduce o mantiene una persona in uno stato di soggezione continuativa, costringendola a prestazioni che ne comportino lo sfruttamento compie il reato di riduzione in schiavitù. La riduzione nello stato di soggezione ha luogo quando ci si approfitta di una situazione di vulnerabilità o di una situazione di necessità».
Esistono gli schiavi? E chi sono? Sono rider, operatori di call center, trasportatori, edili. E non sono più solo «gli altri». Sono «noi».
A cura di Mariano Iacobellis S.I.
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